Post del Comitato Direttivo
Intorno a Malpensa e alla sciatteria istituzionale del Ministro delle Infrastutture
A voler ben vedere, purtroppo, a sorprendere non è tanto la faciloneria con la quale, probabilmente senza una effettiva base normativa che glielo consentisse, l’Ente nazionale per l’aviazione civile – ENAC – ha disposto con effetto immediato il nuovo nome identificativo dell’aeroporto milanese di Malpensa e neppure stupisce il decisionismo infantile da ragazzo che decide in solitudine chi gioca con il proprio pallone (l’ENAC dipende dal suo ministero), vale a dire l’esultante e rivendicativo – per la scelta fatta – vice Presidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture, Salvini.
A sorprendere è proprio la scelta del nome con il quale identificare l’importante scalo internazionale dell’area milanese. Un nome utilizzato in modo chiaramente strumentale per provare a frenare anche per questa via emotiva e sicuramente suggestiva per taluni, una evidente perdita di consenso che la Lega salviniana deve fronteggiare anche nella storica roccaforte lombarda dopo aver cambiato “pelle” alla vecchia Lega di Bossi travolta, a sua volta, da pratiche di malaffare emerse nel suo stesso “cerchio magico”. È noto come Salvini abbia tramutato la Lega Nord originaria in un partito nazionale che, a un certo punto, si è posto alla testa della coalizione sino al 2018 guidata da Forza Italia e che quale nuovo leader del centro-destra, una volta rientrata la “sbornia” elettorale in favore del M5S, aveva considerato ben possibile che fosse lui a guidare il Paese. Dal Papeete Beach – eravamo in piena estate 2019 – in avanti questi calcoli si sono mostrati sballati: oggi la forza di destra predominante è quella della Meloni che in effetti guida il Governo e la stessa Forza Italia, dopo il crollo elettorale e la successiva scomparsa del suo leader fondatore Berlusconi, sembra in ripresa e forse accarezza ben altri equilibri politici non solo, come è evidente, in Europa. Ma non è di questo che si vuole dire e tanto meno analizzare gli scenari che riguardano la coalizione maggioritaria che pure qualche scompenso pare mostrare proprio a causa della irrequietezza e del “pendolo comportamentale” di Salvini che si spiega facilmente con la sua decadente leadership alla quale evidentemente non riesce a rassegnarsi.
Da Vannacci al ricordo toponomastico di Berlusconi, Salvini è impegnato prima ancora che a recuperare credibilità politica a sopravvivere nell’immediato con un minimo peso all’interno dell’alleanza di governo! Veniamo al punto: collegare il nome di Silvio Berlusconi, uscito alla chetichella dal cilindro ENAC, all’aeroporto di Malpensa è sembrata una iniziativa davvero di nessun pregio sotto ogni punto di vista, finalizzata a raccattare qualche consenso di risulta e sperando in qualche pacca sulla spalla con tanto di ringraziamenti da parte dei suoi familiari (o almeno qualcuno tra questi), con i quali, per ovvie ragioni, Salvini vorrebbe poter dimostrare di mantenere buoni rapporti, nonostante che quando fosse in vita e politicamente influente, non pare proprio che Berlusconi lo avesse in cima ai suoi pensieri. Quello che è certo è che, ad appena due anni di distanza dalla scomparsa del leader di Forza Italia e dalle sofferenze che sono state patite dalle persone sinceramente affettivamente legate a Berlusconi (non già i tanti questuanti che, come è chiaro, vanno e vengono quando si gestiscono posizioni di potere, in questo caso non solo politico e spesso in favore di telecamere), pur dopo le polemiche sui funerali di Stato celebrati in suo onore, si è ancora tornati a parlare di Berlusconi nei soliti scontati termini e cioè, quale discusso imprenditore di successo e come politico nettamente divisivo per la pubblica opinione. Spiace ricordarlo ma è così! Ogni qual volta che si decollerà e si arriverà a Malpensa, almeno nella nostra condizione di contemporanei, si sarà indotti a pensare a Berlusconi come è sempre stato nel nostro Paese e, in genere, dappertutto, benché la sua buona fama oltre i confini nazionali abbia riguardato i successi, da tempo peraltro archiviati, della squadra di calcio di cui è stato a lungo proprietario. In sostanza un brillante, diciamo pure, geniale, forse spericolato, imprenditore di successo che ad un certo punto si è “paracadutato”, certo per calcolo personale, in politica riuscendo a guidare per quattro volte il Governo italiano salvo poi essere defenestrato dalla sua carica di senatore per una condanna definitiva in base alla quale ha dovuto svolgere un breve periodo di attività di rinserimento sociale (condanna che secondo taluno è stata frutto di una pervicace ostinazione di una magistratura politicizzata e a lui fortemente ostile ma che viceversa, secondo altri, è restata isolata solo grazie alla sua posizione di ricco uomo politico che è riuscito a salvaguardare le sue aziende e la sua persona evitando ben più gravi condanne). Tuttavia non solo Berlusconi è stato dichiarato decaduto dalla carica di senatore nella XVII Legislatura ma è stato, come si è ricordato, politicamente sconfitto in quella successiva che ha regalato l’ebbrezza momentanea della leadership del centro-destra proprio a Salvini. Non è il caso di aggiungere altro al ricordo ancora persistente di Berlusconi e del suo peculiare stile di vita ma è pur vero che proprio la titolazione di Malpensa alla sua persona e le inevitabili polemiche successive sembrano aver reso un pessimo servizio proprio ad una più meditata e persino meno acrimoniosa valutazione da parte dei suoi detrattori, di una personalità complessa con cui ha fatto oggettivamente i conti il nostro Paese per circa vent’anni. Berlusconi oltretutto ambiva a piacere e lusingare tutti, amici e persino avversari ma in verità non è mai piaciuto almeno a metà del suo Paese e ciò era anche il cruccio cui ha dovuto arrendersi la sua nota vanità, ieri come oggi!
Resta da chiedersi su di un piano più generale se è questa la memoria collettiva che si ritiene di conservare e sollecitare nel tempo per chi, non adesso ma neppure tra cinque anni, ma, poniamo, nei prossimi cinquant’anni, provenendo in Italia e transitando a Malpensa da Hong Kong o da Perth o da Abdjan ma pure da Stoccolma e da Londra penserà: Berlusconi, chi era costui? Ci sarà qualcuno che troverà come tratti rievocativi importanti della sua figura i successi del “suo” Milan, i Governi con Bossi, Casini, la clamorosa lite con l’alleato Fini, come pure l’invenzione della televisione commerciale, il ricordo della sua simpatia e personale amicizia con il capo politico della Russia, Putin e ahimè anche altro ancora a meno che non si faccia valere, e si possa ottenere anche in questo caso, il diritto all’oblio.