Il filo rosso

Riflessioni pensando a Valerio

Valerio Onida, affinità e convergenze con un grande costituzionalista

Ottobre 16, 2024

Umberto Allegretti*

Sono stato (e tuttora sono) intensamente sensibile all’impegno di vita e alla scomparsa di Valerio Onida.

Ricordare Valerio Onida significa per me molte cose, non solo rimpiangere la perdita di un grande costituzionalista, ma significa anche immergermi nella relazione con una persona unica e indimenticabile: per la benevolenza che sprigionava dal suo sorriso, la sua apertura alla vita, la profondità e la finezza delle sue riflessioni, la serietà dei suoi impegni.

Legati da un’amicizia antica e continua, il sentimento ne è stato, da parte mia e (credo) sua, particolarmente forte e vivace. Sentimento che derivava fors’anche da una provenienza regionale comune, peraltro non idolatrata in forme di “sardità”; io cagliaritano ma per corso di studi milanese; lui nato a Milano ma dal lato paterno di famiglia originaria di Villanova Monteleone, centro del nord Sardegna.

Certamente influivano sulla ricchezza e intensità del nostro rapporto un’appartenenza cristiana, sentita e non di parte, e molte altre comunanze, non solo unicamente disciplinari, ma anche legate a solide convinzioni giuridiche più che affini e a una fede democratica                 profonda. Ci univano l’interesse per la storia e la politica istituzionale, per la dimensione internazionale dei diritti umani, per l’appartenenza all’Europa, per la partecipazione e il dialogo tra istituzioni e cittadini, per il regionalismo e molto altro ancora.

I nostri caratteri si manifestavano diversi: il suo era, nella vita e nel lavoro, decisamente mite, benché sempre rigoroso e risoluto negli atteggiamenti e nei giudizi; ma il nostro impegno nelle conseguenze dottrinali e pratiche aveva una sicura affinità.

L’inizio delle nostre carriere è stato, seppure all’inverso, similare. Mentre io, dopo aver conseguito la laurea all’Università Cattolica di Milano, continuavo a gravitare su questa città dove insegnava il mio maestro Prof. Feliciano Benvenuti, lui fu chiamato come professore straordinario all’Università di Sassari, dove insegnò dal 1970 al 1973 prima Diritto parlamentare e poi Istituzioni di diritto pubblico.

Nonostante le successive differenti vicende accademiche (lui fu poi chiamato come professore ordinario alla cattedra di Diritto costituzionale all’Università statale di Milano e io all’Università di Firenze alla cattedra di Diritto amministrativo e poi di Diritto pubblico), la  formazione universitaria milanese di entrambi accomunò sempre le nostre posizioni, evitando che la diversa collocazione disciplinare si traducesse in un impoverimento del nostro dialogo.

La contiguità delle varie materie nell’ambito del diritto pubblico era per noi non solo principio basilare ma accresceva valore e serietà alla ricerca e all’insegnamento in tale ambito, rendendo le discipline del Diritto costituzionale e del Diritto amministrativo intensamente comunicanti.

Di tutto questo rendono ragione le convergenze che avemmo in alcuni importanti incontri congressuali, quali quelli annuali dell’Associazione Italiana dei Costituzionalisti (AIC). Tra le varie occasioni in cui si manifestò pubblicamente la nostra consonanza, vi furono le relazioni da noi rispettivamente tenute al Convegno dell’AIC a Cagliari nel 2009 su “Lo statuto costituzionale del non cittadino” e a Torino nel 2014 su “Costituzionalismo e Costituzione nella vicenda unitaria italiana”.  Il suo apprezzamento per il mio ultimo libro Storia Costituzionale Italiana. Popolo e Istituzioni fu poi particolarmente esplicito in occasione della Lectio magistralis che tenni a Firenze nel 2014.

Valerio Onida è stato, nella nostra generazione, un maestro riconosciuto del diritto costituzionale, materia che era al cuore della sua ricerca, del suo insegnamento, della sua pratica e dei tanti incarichi ai quali fu chiamato nel corso della sua attività accademica, istituzionale e professionale, tra i quali spiccano la carica di Presidente della Corte costituzionale e di Presidente della Scuola Superiore della Magistratura. Va altresì ricordato che nel 2008 ricevette il “Premio Art.3”, motivato in relazione all’estensione delle garanzie dell’art 3 della Costituzione, e che nel corso degli anni tanti sono stati i riconoscimenti per i suoi meriti accademici, istituzionali e civici.

Il suo, come altri hanno rilevato, era un Diritto costituzionale vivo e appassionato, che aderiva saldamente allo spirito della Costituzione e al suo essere base fondante e caratterizzante del nostro ordinamento.

Uno dei suoi meriti eminenti è di aver saputo unire, al fine di favorire l’evoluzione dei diritti fondamentali, il presente e l’auspicato futuro per la vita del nostro Paese, con studi specialistici ma anche con scritti generali dalla prosa chiara e intellegibile anche dai non esperti, continuamente aggiornati, quali “La Costituzione” (le cui varie edizioni sono uscite nella Collana del Mulino “Farsi un’idea”). Tra gli studi specialistici, ma è solo un esempio fra i tanti, si può citare il testo dedicato a “La Corte e i diritti: tutela dei diritti fondamentali e accesso alla giustizia costituzionale”, significativamente incluso negli “Studi in onore di Leopoldo Elia” (tomo II, Giuffrè, 1999). Si tratta di uno studio rivolto con grande equilibrio a valorizzare i nuovi diritti fondamentali, letti alla luce dei principi della Costituzione repubblicana e delle garanzie costituzionali classiche.

Come bene ha scritto Enzo Balboni, siamo in molti ad avere avuto “l’occasione e la fortuna di profittare della sua cultura, sapienza, generosità, umiltà”. Ma a livello personale sento una particolare gratitudine per la sua ricchezza di umanità, di dedizione appassionata alla vita, di benevolenza e disponibilità all’ascolto e all’impegno civile. Gli sono anche riconoscente per il suo coraggio e la sua fermezza nel portare avanti con “pragmatismo militante”, come dice Azzariti, ogni azione che ritenesse necessaria per la difesa della Costituzione.

Un grande lascito che è anche una grande responsabilità.

 

*Professore emerito di Istituzioni di diritto pubblico, Università di Firenze.

Ultimi Aggiornamenti