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Post del Comitato Direttivo

Governo e giurisdizione: come cambiano le cose!

Luglio 2, 2024

L’attuale Governo propone una riforma costituzionale che separa le carriere dei magistrati giudicanti e requirenti, creando due distinti CSM. Entrambi saranno presieduti dal Presidente della Repubblica, con membri selezionati tramite sorteggio, abbandonando dunque l’elettiva dei componenti, tanto di quelli laici quanti di quelli togati. La decisiva responsabilità disciplinare dei magistrati finirà per essere valutata dall’Alta Corte, un nuovo organo ibrido le cui decisioni saranno inappellabili. La Presidente del Consiglio in carica sostiene che queste riforme renderanno l’Italia più efficiente e attrattiva per gli investitori, come a voler giustapporre l’efficienza economica rispetto all’affermazione del principio di legalità. Tuttavia, emergono preoccupazioni significative: i contrappesi istituzionali potrebbero essere sacrificati, indebolendo la magistratura requirente presumibilmente con un allentamento dei controlli nei confronti proprio del potere politico. E in effetti, non a caso, il disegno di riforma della giustizia si completa con la riforma dell’abuso d’ufficio e con l’inappellabilità delle sentenze di proscioglimento da parte della pubblica accusa. La separazione delle carriere non è di certo un tabù ed è oggi sostanzialmente assicurata attraverso regole legislative che impediscono passaggi repentini da una funzione all’altra salvaguardando la genuinità della dialettica processuale. Tuttavia, inserita in questo pacchetto di proposte (cui si va ad aggiungere l’introduzione del c.d. premierato elettivo), la separazione delle carriere rischia di contribuire ad alterare i fondamenti dello Stato di diritto così come definito dalla Costituzione del 1948.

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