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Valerio Onida ospite di Paolo Mieli su Rai Storia (2013): uno sguardo alla crisi istituzionale e alle prospettive di riforma costituzionale

Novembre 29, 2024

A cura di Marco Ladu

In questo prezioso filmato del 2013, il Prof. Valerio Onida, Presidente emerito della Corte Costituzionale, si confronta con Paolo Mieli, giornalista e saggista italiano, nell’ambito del programma “L’Eco della Storia”, condotto da Mieli e in onda su Rai Storia.

L’intervista si colloca in un momento certamente tra i più complessi della recente storia politica e istituzionale italiana, precisamente tra il mese di aprile e quello di maggio del 2013, immediatamente dopo la rielezione – del tutto inedita – del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nonché a seguito dell’insediamento del Governo Letta. Un Esecutivo, quello Letta, di larghe intese, fortemente incoraggiato dal Presidente Napolitano a fronte dell’impossibilità di dare vita ad un Esecutivo guidato da Pier Luigi Bersani, leader della coalizione di centrosinistra, che alle elezioni del 24 e del 25 febbraio 2013 aveva ottenuto la maggioranza assoluta alla Camera dei Deputati, ma non anche al Senato.

In un dialogo ricco di spunti e riflessioni, il Professor Onida analizza – con estrema chiarezza – i nodi cruciali della situazione istituzionale di quel periodo, soffermandosi sul fondamentale ruolo di mediazione del Presidente della Repubblica, che sarebbe del tutto snaturato se si andasse verso forme di governo ispirate al modello del presidenzialismo nordamericano. Inoltre, il Professor Onida riflette sull’esigenza di ripensare la forma di governo italiana nell’ottica di una riforma correttiva: nel giugno del 2013, infatti, il Presidente del Consiglio Letta formalizzerà l’incarico conferito a un gruppo di 35 “saggi” – tra i quali lo stesso Onida – al fine di approfondire il dibattito sulle riforme costituzionali e chiamato ad affrontare temi chiave quali il superamento del bicameralismo paritario e il superamento della forma di governo parlamentare.

In questa prospettiva, l’intervista offre uno sguardo illuminante su temi cruciali del costituzionalismo italiano: l’efficienza del nostro sistema parlamentare, il rapporto tra i poteri dello Stato e il delicato equilibrio tra la necessità di apportare alcune modifiche costituzionali dell’assetto organizzativo e l’irrinunciabile rispetto della Carta costituzionale e dei suoi principi supremi (tra i quali Onida richiama l’obbligatorietà dell’esercizio dell’azione penale e la soggezione del giudice soltanto alla legge, focalizzando così – ancora una volta con estrema lungimiranza – la propria attenzione su un altro tema cardine: la riforma della magistratura, attualmente in discussione).

La lucidità delle analisi di Onida – che sono favorite da domande puntuali di Mieli, formulate in modo garbato e dialogico – sembra rendere questo filmato un’importante testimonianza della complessità delle diverse stagioni riformiste che da tempo connotano la storia repubblicana italiana e costituisce, ancora oggi, un punto di partenza per comprendere sfide attuali del nostro sistema politico-istituzionale.

Nel 2013, difatti, il Professor Onida confidava che una riforma costituzionale condivisa potesse vedere la luce nel giro di pochi anni, con particolare riguardo all’annoso tema del superamento del c.d. bicameralismo perfetto (rispetto al quale l’opinione dei costituzionalisti è da tempo pressocché concorde). Tuttavia, venendo ai nostri giorni, dopo il naufragio della riforma renziana del 2016 (alla quale lo stesso Onida aveva guardato con sfavore), il dibattito si è spostato verso l’introduzione del c.d. premierato elettivo, un modello che sembra proprio allontanarsi dagli auspici di Onida, molto più prudente e incline a soluzioni che sappiano salvaguardare il bilanciamento tra i poteri dello Stato voluto dai costituenti e il pluralismo istituzionale che connota a tutto tondo la democrazia parlamentare delineata dalla Carta.

Un’occasione, attraverso questo filmato, per rivivere un passaggio cruciale della storia recente, attraverso le parole di uno dei più autorevoli interpreti del diritto costituzionale italiano.

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